martedì 14 aprile 2009

Sono stata a trovarli .

Dal punto di vista umano, non riesco a trasmettere ciò che ho provato, quando sono entrata e mi sono trovata davanti quel piccolo angelo sopravvissuto e suo padre Grec Pavel.
La bambina, Cristina, sì e nascosta subito vicino al padre, poi Lui l’ha presa fra le braccia e Lei non ha più lasciato il suo collo.

.... è partita per la Moldova la salma di Marina, l’altra figlia gemella.

Davanti a cosi immenso dolore, onestamente non sai cosa fare, quale siano le parole giuste, per non offendere, turbare, dar fastidio.Il padre ha intuito il mio imbarazzo, con la faccia ancora graffiata, un occhio insanguinato e la flebo al braccio si è messo a raccontare sua storia, ciò che ricordava di quella notte.Con le spalle curve sul torace, gli occhi fissi sul pavimento, un filo di voce e lunghe pause ripercorre la memoria di quei strazianti minuti.

Una botta in testa, il dolore, poi rialza la testa da sotto i calcinacci …. sente un pianto, si rende conto che è di una delle figlie, vede i piedi di una di loro, sotto una parete, la tira fuori, la tocca per vedere se è intera, sollievo .. respira, sembra che è viva, la lascia su una coperta che trova fra le macerie e va in ricerca della seconda, in quel momento non le riconosce, è difficile capire perché erano due gemelle in una goccia d’acqua.


Nel frattempo sente il grido di dolore della moglie, si rende conto che pure Lei sta sotto la parete, cerca di trascinarla fuori, prova a sollevare l’intera parete che gli è caduta sopra ma non riesce, è più pesante di lui, e allora si inchina e comincia a scavare sotto di Lei, la trascina fuori ma vede accanto anche il corpo dell’altra figlia Marianna, non dà segni di vita, non respira, veloce gli pulisce la faccia piena di polvere e inizia a fargli respirazione artificiale, ma capisce che ormai il suo corpo è freddo … non c’è più nulla da fare….

Poi i ricordi finiscono. Tutto si confonde nel dolore, nel terrore, nella sofferenza, .. è solo nella notte non aspetta più nessuno.…
Gli aiuti arriveranno, la moglie è ancora in coma farmacologico all’ospedale di Teramo lui si trova al Gemelli di Roma con la figlia salvata.

E’ la storia di Pavel Grec, moldavo venuto due anni fa da Hancesti, Crasnoarmejskaia per fare il muratore. Viveva felicemente in un appartamentino al terzo piano di un edificio disabitato del paese di Fossa.

Da appena due mesi aveva fatto venire la moglie e le due figlie gemelle di tre anni. Questa volta la burocrazia aveva funzionato, nessun ritardo di mesi o anni come succede alle pratiche degli emigranti che devono ricongiungere la famiglia.
Ora tutti quei documenti sono andati distrutti … sotto le macerie… nessuno più li richiederà.

Gli propongo di aprire un conto corrente postale dove i connazionali potrebbero versare un contributo, quel che potranno. Ma senza documenti non si apre nessun conto… si offre il suocero in partenza con la salma della piccola MARINA.


Il conto si apre.

Non mi rimane che avvertire la comunità moldava che è possibile aiutare il nostro sfortunato connazionale........

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